venerdì 15 febbraio 2019

A TE CHE STAI SOFFRENDO...LETTERA

Ciao Anna,
non ti riconosco più, vorrei aiutarti, troverò un modo per farlo.
Hai 13 anni, dovresti viverli con tanta di quella spensieratezza, dovresti parlare delle tue prime cotte, essere serena e gioiosa come lo eri un po' di tempo fa….
Eri avventurosa, coraggiosa, è cambiato tutto… 
vorrei tornassi quella di prima.
Io so però quello che ti succede e so che è difficile tornare l'Anna di prima, io però mi sento in dovere di aiutarti o di darti consigli.
Non dormi, non dormi perché hai un'ansia assurda addosso a causa delle pressioni continue da parte dei tuoi, anche se è solo uno dei tanti motivi. 
"Anna muoviti", "Anna questo è sbagliato", "Anna non fai mai la cosa giusta"; ti dicono i tuoi e so che questo è solo l' 1% dei tuoi problemi …
Ti senti sola e inutile e tutto quello che fai non è giusto.
Chissà Anna perché pensi questo.
Devi essere a posto con te stessa Anna, non con gli altri.
Oltre al non dormire, non mangi neanche più, ho paura che tu possa finire all'ospedale.
Neanche a scuola va bene, me lo hai raccontato.
Ti dicono "sgorbio" , "cesso a pedali" , "devi morire",  è pesante…
Però rifletti, quando da grande tu starai facendo il lavoro dei tuoi sogni, avrà importanza il loro parere?
Tua nonna è malata, presto si dimenticherà di te a causa della sua malattia, i tuoi due nonni non ci sono più e ti mancano, lo so che ti mancano.
Uno di loro è morto quando avevi 6 mesi, 3 giorni prima di Natale, l' altro quando tu avevi 7 anni, ma era malato, lui non parlava.
So che soffri, non vuoi subire un' altra perdita.
Non è bello sentire gli altri parlare di te quando tu sei dietro a loro e ne sono consapevoli.
Ricorda quello che ti ho detto prima, forse adesso il loro parere avrà un minimo di importanza ma nel futuro quanto conterà il loro parere?
Non so quanto possa esserti stata d' aiuto cara Anna, ma io so che prima o poi tornerà la mia Anna.
                                                                                Alessandra Berardi 





Cara Charlotte, 
Ho provato a starti a fianco nonostante la grande distanza, ma tu hai ceduto nonostante io ti avevo chiesto per favore di non farlo. Ti avevo pregata di non farlo, eri troppo importante per me.
Ricordo come fosse ieri quell'8 dicembre del 2017, quel giorno.
Il giorno che entrambe aspettavamo da 6 mesi, il giorno in cui ci siamo abbracciate, il momento in cui per la prima volta ho sentito la tua voce dal vivo e non attraverso un telefono, il giorno in cui ho visto il tuo viso realmente e ho accarezzato i tuoi capelli ricci e lunghi. Ricordo esattamente quel piccolo secondo di eternità in cui ci siamo abbracciate e siamo cadute a terra come delle sceme, ma questo lo hanno pensato le persone che ci hanno visto, quello era il nostro momento, dopo sei lunghi e pesanti mesi ti avevo incontrato.
E ora sono rimasta da sola qui sul mio letto a piangere per quello che è successo. 
Non ho mai voluto che il 2019 arrivasse, gennaio, quest'anno è iniziato proprio male.
Ieri pomeriggio accendo la tv ed esce il notiziario speciale, ragazza trovata morta, e quando ho sentito il tuo nome sono scoppiata in lacrime, mia mamma che corre da me e mi chiede cosa fosse successo e io le spiego.
Sono ancora con le lacrime agli occhi mentre ti scrivo questa lettera e sono ancora più triste perché so che non la leggerai mai.
Domani verrò, ci sarò, sarò al tuo funerale e anche se mi fa male, un male atroce dirlo.
Le domande sono tante, avevo ancora tante domande da farti, dovevo ancora conoscerti bene. Io non ti conoscevo, altrimenti avrei saputo che sarebbe potuto succedere ma probabilmente non gli ho dato peso.
Rileggere tutte le chat mi fa male.
Rileggere tutti quei problemi che mi scrivevi a cui, sì, ho dato delle soluzioni senza dargli mai dato tanto peso, e mi dispiace perché mi sento in parte colpevole perché ero una delle uniche persone che era a conoscenza di alcuni dei tuoi problemi.
Ma la domanda più difficile è: perché eri lì vicino a quel centro commerciale e non eri in qualche altro posto?
Ho riflettuto questa notte e sono arrivata a una specie di conclusione, anzi più che altro mi sono ricordata di un dettaglio importante di quell'8 dicembre 2017.
Ci siamo abbracciate in quel centro commerciale, ed ora non so se essere un po' più sollevata e serena, perché probabilmente mi hai pensata e hai pensato ad un momento felice prima di morire.

Con affetto Diana 

Diana Cuculo

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